RESIDENZA IN CASE DIVERSE:

Stop alla doppia esenzione IMU per i coniugi

Marito e moglie possono avere residenza diversa. Le ragioni sono spesso legate ad esigenze lavorative.

Ma ai fini fiscali è bene sapere che viene considerata residenza il luogo in cui si vive effettivamente: la legge dice che la residenza deve essere fissata nel luogo ove il contribuente dimora abitualmente, ossia dove abita (vive, mangia, dorme) per gran parte dell’anno. A queste condizioni si può ottenere l’esenzione Imu sulla casa.

Finora l’incertezza normativa aveva lasciato margini interpretativi, ma la recente ordinanza del 15 dicembre 2020 della Cassazione ha smentito la possibilità di richiesta di esenzione IMU per residenza di coniugi in Comuni diversi.

UPPI Jesolo fa il punto della situazione al fine di verificare quando, in una famiglia, si può usufruire dell’esenzione Imu.

ESENZIONE IMU PRIMA CASA

L’esenzione IMU per i coniugi spetta solo se sono residenti e vivono nella stessa casa: la Cassazione mette uno stop alle finte case turistiche. Ai fini IMU conta la residenza di famiglia, non quella individuale.

Gli Ermellini si erano già scagliati contro le finte case turistiche nella sentenza n. 20130 del 24 settembre, e con l’ordinanza n. 28534 del 15 dicembre assestano un altro colpo all’evasione fiscale relativa all’IMU sulle seconde case.

La Cassazione ribadisce la propria decisione: l’esenzione IMU sussiste solo se i coniugi vivono, e risiedono, nella stessa abitazione.

IL CASO

Nell’ordinanza n. 28534 la Cassazione ha accolto il ricorso di un’amministrazione comunale ed ha imposto il pagamento dell’Imu su quella che viene considerata come seconda casa.

La famiglia in questione rientrava in una di quelle situazioni nelle quali si ritrovano molte famiglie al giorno d’oggi. Marito e moglie vivevano nello stesso appartamento: a dimostrazione di questo erano state apportate molte prove e testimonianze. Avevano, però, formalmente la residenza in due abitazioni diverse. In un primo momento, la Commissione Tributaria Regionale abruzzese aveva dato loro ragione, permettendo loro di poter ottenere l’esenzione dal pagamento dell’Imu.

La Cassazione, però, ha completamente ribaltato la posizione. Secondo questa sentenza, l’esenzione Imu sussiste solo e soltanto se moglie e marito vivono ed hanno la residenza all’interno della stessa abitazione.

In altre parole questo significa che per poter godere dell’esenzione Imu è necessario che l’intera famiglia abbia la stessa residenza. Ai fini fiscali, non contano le residenze individuali.

Uno dei punti fondamentali della sentenza è quello che si può ricondurre al cosiddetto articolo 144 del Codice Civile, ossia al concetto di Indirizzo della vita familiare e residenza della famiglia. La necessità di moglie e marito di mantenere residenze diverse per i più svariati motivi va a cozzare con il cosiddetto principio di reperibilità familiare, che ai fini fiscali assume il maggior rilievo. Ma soprattutto risulta essere la voce più importante per poter ottenere le agevolazioni Imu sulla prima casa. Conta la residenza familiare, non quella del singolo individuo che costituisce la famiglia!

La sentenza, comunque, ha anche specificato che per poter usufruire dell’esenzione, che è prevista per le abitazioni principali, è necessario (secondo l’art. 8, dlgs 504/92):

<<che il contribuente provi che l’abitazione costituisce dimora abituale non solo propria, ma anche dei suoi familiari, non potendo sorgere il diritto alla detrazione ove tale requisito sia riscontrabile solo per il medesimo>>.

Facendo riferimento a questo determinato punto, la Commissione Tributaria Abruzzo ha dovuto riprendere in mano il caso, apportando tutte le argomentazioni necessarie e pertinenti per le valutazioni giuridiche del caso.

Per riuscire a bloccare i furbetti delle esenzioni Imu sarebbe sufficiente interrogarsi dove vive e dove è regolarmente residente la famiglia per applicare la legge corretta!

REGOLE DIVERSE: QUANDO NON SI PAGA L’IMU SULLA SECONDA CASA

Ci sono casi in cui è possibile non pagare l’Imu sulla seconda casa. O quanto meno è possibile pagare solo la metà di quanto dovuto. Ecco i casi per i quali è possibile risparmiare:

  • si ha il diritto alla riduzione del 50% della base imponiile ai fini Imu, nel caso in cui la casa sia considerata inagibile o inabitabile. In altre parole quando non è possibile utilizzarla;
  • possono ottenere uno sconto del 50% dell’imposta i proprietari di seconde abitazioni, che siano classificati come immobili storici o artistici;
  • nel caso in cui si stia affittando la casa con canone concordato, l’Imu si riduce da un minimo del 25% ad un massimo del 40% (nel Comune di Jesolo la riduzione è del 40%);
  • una riduzione della tassa al 50% è prevista nel caso in cui si dia l’abitazione in comodato ai figli od ai genitori.

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