Negli ultimi anni, a causa delle limitazioni degli spostamenti messi in atto per contrastare l’onda pandemica che ha attaccato tutto il mondo, il settore del turismo è stato fortemente colpito.
Sono passati quasi due anni dalle ultime limitazioni e, finalmente, i turisti pernottanti in Veneto stanno tornando progressivamente ai numeri che si registravano nel 2019, ultimo anno pre-pandemico. Già nell’estate 2022 è stato registrato un aumento del 53% rispetto al 2021, mentre questa estate 2023 i numeri in crescita sono stati confermati toccando il valore più alto di sempre.
Chi è proprietario di un immobile in disuso, o anche nel proprio appartamento, potrebbe valutare di avviare una propria attività per accogliere i turisti che, come abbiamo visto, si prevedono essere sempre più in aumento.
Oggi, con l’associazione U.P.P.I. delegazione di Jesolo, andremo a discutere e ad indagare quali sono i passi da seguire se si vuole avviare un’attività di Bed&Breakfast nella regione Veneto.
Infatti, negli ultimi decenni, l’attività di Bed&Breakfast ha ottenuto un importante sviluppo che continua ad essere in costante crescita. Questo suo successo è dovuto sia grazie alla preferenza dei viaggiatori, che optando per queste soluzioni di soggiorno godono della diversificazione delle varie tipologie di alloggi e della loro diffusione capillare su tutto il territorio nazionale, e sia grazie al fatto che le strutture di Bed&Breakfast riescono ad accogliere turisti in località dove, a volte, non è economicamente conveniente l’apertura di strutture alberghiere.
La disciplina dei B&B in Italia è regolata da 19 leggi regionali e due provinciali (Bolzano e Trento), ognuna riferita al proprio ambito territoriale, mentre a livello nazionale è stata abrogata la l. n. 135/2001, poi sostituita dal D.lgs. n. 79/2001 che ha ridotto di molto l’intervento statale in materia di turismo. In definitiva, le norme regionali sono libere di fissare i criteri di esercizio dell’attività di B&B.
Nella regione del Veneto, la disciplina di riferimento è contenuta nella l. regionale n. 11 del 14 giugno 2013.
Nel testo normativo di riferimento il Bed&Brekfast è definito come una struttura ricettiva complementare, composta da una a tre camere per i turisti, ciascuna dotata di un massimo di quattro posti letto.
Inoltre, il titolare dell’impresa, ossia colui che organizza, nella struttura ricettiva, l’offerta di alloggio temporaneo e di servizi durante il soggiorno del cliente, deve risiedere nell’unità immobiliare sede del B&B e deve alloggiare in una camera a lui riservata durante il periodo di apertura della struttura.
Ma come bisogna procedere se si ha a disposizione un immobile sul territorio Veneto e si decide di destinarlo ad un’attività di Bed&Breakfast?
Innanzitutto è necessario che l’immobile che si decide utilizzare per tale attività abbia destinazione edilizia abitativa: possiamo trovare questa informazione sul certificato d’agibilità dell’immobile in cui è possibile leggere le indicazioni sulla sua utilizzazione; oppure si può richiedere una visura catastale storica e indagare sulla continuità dei trasferimenti che hanno riguardato l’immobile.
Successivamente bisogna presentare una domanda di classificazione alla Regione, al cui documento da allegare va spuntata la tipologia dell’alloggio, nel nostro caso B&B, precisando inoltre la denominazione scelta per la struttura ricettiva.
La domanda va presentata in via telematica nello sportello SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) della regione del Veneto e, una volta ottenuta la classificazione, il titolare può iniziare l’attività ricettiva il giorno stesso in cui presenta al SUAP la SCIA.
Il titolare durante l’esercizio della sua attività, a fini statistici ed esclusivamente per via telematica, deve registrare i dati turistici richiesti dalla Regione: in particolare, arrivi e presenze degli ospiti, in forma aggregata per provenienza. Inoltre è tenuto a segnalare gli alloggiati alla Polizia di Stato.
Ma la Regione può limitare l’esercizio dell’attività di case vacanze e Bed&Breakfast, anche se queste strutture non sono aperte e gestite da chi svolge attività d’impresa?
La risposta ci viene data dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio, le cui sentenze hanno valore su tutto il territorio nazionale.
Dopo la sentenza n. 6755 del 13 giugno 2016 con la quale la Prima sezione del TAR del Lazio ha accolto il ricorso n. 566/2016 proposto dall’Antitrust e avverso al regolamento regionale 7 agosto 2015 riguardante la nuova disciplina delle attività extralberghiere in Lazio, anche i B&B e le attività microricettive in Veneto potranno scegliere se opporsi alla Delibera Regionale 498/2016: quest’ultima impone alle attività microricettive dei 20 comuni c.d. a più alta densità turistica della regione (indicati nel testo normativo) l’apertura della partita IVA.
Il TAR del Lazio da una risposta negativa e, come la Regione del Lazione, anche la Regione Veneto non potrà limitare l’attività continuativa solo a chi svolge in maniera imprenditoriale con partita IVA e con l’iscrizione alla camera di commercio, poiché in questo modo si limiterebbe la libera concorrenza.
Inoltre i B&B a gestione familiare non avranno più l’obbligo di chiudere per un numero di giorni fissati dalla Regione e l’obbligo di aprire una partita IVA.
Il Tar del Veneto, così come quello del Lazio, corre in aiuto di quelle famiglie che hanno adibito le proprie abitazioni in B&B e che aiutano allo sviluppo dell’economica come hotel e grandi catene alberghiere. Inoltre, va osservato dai risultati dei sondaggi, che i B&B sono apprezzati come e anche più degli Hotel in quanto strutture microrecettive caratterizzate dall’assenza di vincoli imprenditoriali a vantaggio della genuinità e della tipicità dell’ospitalità, plus apprezzato particolarmente da viaggiatori stranieri che in visita in Veneto.
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Sono aperte le iscrizioni UPPI.
Uppi delegazione di Jesolo
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